È solo un altro cliché da manuale di auto-aiuto? O può essere davvero una strategia per non affondare quando tutto crolla?
Quando la vita colpisce – e lo fa – hai due scelte:
Arrenderti, piangerti addosso e mollare.
Trovare un modo per andare avanti, anche se fa male e non sai bene dove stai andando.
Anche se può sembrare una frase da poster motivazionale, la scienza è chiara: la seconda opzione è molto più sana.
Chi la sceglie è più resiliente, più stabile emotivamente e spesso anche più felice.
A volte, riesce persino a trovare gioia nel caos.
Durante la pandemia, un team di ricercatori ha intervistato più di 500 adulti negli Stati Uniti e ha scoperto che chi affrontava lo stress con flessibilità e un pizzico di ironia, gestiva meglio l’incertezza, era meno ansioso e manteneva una visione più ottimista.
In pratica: prendevano i limoni… e ci facevano limonata.
Non significa farsi andare bene tutto.
Non vuol dire sorridere per forza o fingere che sia tutto ok.
Significa vedere le cose come stanno — ma non fermarsi lì.
Vuol dire dire a sé stessi: “Ok, fa schifo. Ma cosa posso imparare da questa situazione?”
Chi ha questo approccio non nega il dolore.
Sente la rabbia, la paura, la stanchezza.
Ma ha una capacità in più: cambiare prospettiva.
E spesso trova un senso, una lezione o addirittura una forza dove gli altri vedono solo rovina.
Non ignorare le emozioni.
Vivile.
E poi chiediti:
Posso vederla da un’altra angolazione?
Qual è il peggiore, il migliore e il più realistico scenario?
Cosa posso controllare in questo momento?
Hai perso il lavoro? Fa male, è vero.
Ma… ti piaceva davvero quel lavoro?
Forse è il momento giusto per un reset.
Non devi essere felice subito, ma puoi iniziare a guardare in un’altra direzione.
Anche solo dirsi “ce la farò” ad alta voce cambia qualcosa nel cervello.
Meglio ancora: parla a te stesso usando il tuo nome.
“Marco, tieni duro. Ci sei passato altre volte.”
È provato: riduce lo stress e migliora la concentrazione.
A volte, l’unica cosa che ti salva è una risata.
Non per prenderti in giro. Ma per sopravvivere all’assurdità.
Tipo: “Un’altra splendida giornata nel reality show: Sopravvivere Senza Sbroccare.”
L’ironia ti dà respiro, e a volte è tutto ciò di cui hai bisogno per non crollare.
Quando sei a terra, il cervello vuole staccare tutto: letto, silenzio, isolamento.
È proprio lì che devi fare il contrario.
Alzati. Lavati la faccia. Esci 10 minuti. Scrivi a un amico.
Non aspettare di avere la motivazione. Agisci prima — l’energia arriva dopo.
La routine può essere una gabbia.
Cambia anche solo una piccola cosa: una nuova canzone, una passeggiata diversa, un caffè in un altro posto.
Piccoli cambiamenti allenano il cervello a vedere alternative.
Il cervello ama ingigantire i drammi.
Allora serve un’ancora. Qualcosa di semplice.
Alla sera, non chiederti “sono stato produttivo?”, ma:
“Cosa c’è stato di piacevole oggi?”
Anche se è solo un buon caffè o uno sconosciuto che ti ha sorriso.
A volte basta questo per non sentire che la giornata è andata persa.
Non devi amare i limoni.
Ma nemmeno lasciare che ti rovinino la vita.
Vedi la realtà. Accetta i colpi.
Ma prova — a modo tuo, con i tuoi tempi — a tirarne fuori qualcosa.
Non devi essere felice per forza. Ma puoi spremere il momento e ottenere almeno una goccia di forza.
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